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1 aprile 2011
Burcei: viaggio di un ciclista
Questo racconto lo scrissi nel ’95, ma lo completai solo nel ’96, dopo l’incidente che mi spedì all’ospedale per qualche mese: non portavo il casco. Meditate, gente, meditate…
Il testo ha avuto bisogno di una rinfrescata qua e là. Non avrei voluto ritoccarlo: è meglio lasciare ciò che si è già scritto così come fu scritto all’inizio. È inutile torturare il testo con continue limature. A furia di limare, tutto diventa piatto, trasparente, inconsistente. Certo che la varietas delectat, come dicevano i latini, e che Venere era così attraente proprio perché era strabica che si troncava! Però un minimo di ritocco era necessario. Purtroppo la videoscrittura permette con eccessiva facilità queste operazioni di maquillage. Spero di non averne abusato. Certo, il mio stile è molto cambiato, ma questo non giustifica una riscrittura radicale del racconto; piuttosto alcune lievi modifiche, qua e là, perché nella stesura originale il lettore moderno avrebbe faticato a capire certi episodi e un ciclista di Gallarate si sarebbe perso nei toponimi. Ora ci sono i satellitari e non ci si perde più, nemmeno nei toponimi, ma in quegli anni…
Buona lettura! Continua .........
Stratek
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